Le quattro cime del Parco Naturale Adamello - Brenta


... era il "nostro tentativo" quello di concatenare le quattro più alte cime del Parco Naturale Adamello - Brenta. Il tutto in meno di ventiquattro ore; un'avventura nella quale ci credevamo ... più di ogni altra cosa già fatta o da fare. Si trattava di tentare la salita alle maggiori 4 cime del Parco:

Carè Alto 3463 m

Presanella 3558 m

Cima Brenta 3150 m

Cima Tosa 3173 m


il tutto nell'arco delle 24 h e inserito nell'ambito della ormai famosa manifestazione della 24 h in MTB che si svolge in Val Rendena a Caderzone www.24hvalrendena.it quest'anno prova valida per il campionato Italiano.


Bene, adesso, posso dirti il perché della rinuncia alla nostra piccola impresa. Premetto che la rinuncia è stata motivata da una serie di fattori, sopratutto naturali:



il motivo principale è stato il fattore meteo. Se da una parte le previsioni erano ottime per quanto riguarda l'alta pressione delle due le giornate (30 e 31 agosto 2008) dall'altra non era in previsione (ne meteorologica - ne nostra) che fino a sera inoltrata ci fosse stata nebbia (a tratti anche fitta) sulle cime più alte.


A riguardo del Carè Alto è andato tutto come previsto:


la partenza dalla zona della 24 h, e in seguito dalla sede del Parco Naturale Adamello Brenta di Strembo (alle ore 10.00), è stata puntuale. Alle 14.10, dopo un dislivello complessivo di circa 2800 m (bici - camminata - arrampicata), eravamo in cima al Cima Carè Alto 3463 m. Questo malgrado alcune difficoltà per la presenza di nebbia e nuvole (del tutto naturali, visto l'orario della nostra salita che era dovuto ad accordi con l'organizzazione della www.24hvalrendena.it ) e poi nell'affrontare la parte finale dell'ascesa per il non facile superamento della seraccata del ghiacciaio Carè Alto che ha dato accesso all'arrampicata della parete Est. Anche per il ritorno non ci sono stati ritardi sulla nostra "tabella di marcia", tanto che siamo anche riusciti (molto volentieri) a mangiare persino, un buon piatto di pasta sotto i tendoni della gara. La ri-partenza da Caderzone è stata fatta, come detto, nei tempi previsti, alle ore 17.10 (pensa che avevamo stimato le 17.00).



Invece, per quanto riguarda la salita verso la Presanella, le cose sono andate bene solo fin sotto il Bivacco Roberti dove abbiamo iniziato ad entrare nella nebbia. Fin qui poteva essere anche normale, ma poi contavamo nel solito dissolvimento serale. Così non è stato: se in valle il cielo si è pian piano si è rasserenato completamente, in Presanella questo non è successo. La nebbia ha continuato a farci compagnia fino al bivacco e poi oltre, diventando perfino più fitta, aiutata anche dall'imbrunire della giornata. Il problema è che da quel punto in avanti il sentiero battuto in pratica, sparisce, la sciando il posto solo alla morena di rocce e a qualche ometto che segnala la presenza del sentiero che in realtà sul terreno non esiste.



Naturalmente sapevamo della cosa ma non avevamo fatto i conti con la nebbia, che di solito dopo le ore 20.00 non c'è (sopratutto con le previsioni che davano bel tempo e cielo sereno per Sabato e Domenica). In pratica, io e Giampaolo Calza abbiamo camminato alla stessa altezza, ma a dieci metri di distanza l'uno dall'altro, per avere più possibilità di incappare in qualche omino che ci segnalasse la giusta direzione. Naturalmente hai già capito che tutto questo ci ha fatto perdere molto tempo. Infatti solamente dopo le 22.00, ancora molto prima del Monte Nero (versante sud), siamo sbucati sotto un cielo di stelle. La nebbia era finalmente sotto di noi ma l'orario molto più avanti del previsto.



In pratica siamo arrivati sulla cima alle 23.30. Poco sotto, al bivacco Orobica sul versante normale, ci siamo riposati un attimo, abbiamo mangiato qualche energetico e abbiamo telefonato a Paolo Malfer (lo spiker della www.24hvalrendena.it ) per dire che avevamo raggiunto la cima e che scendevamo subito. Nello stesso tempo però vedevamo allontanare la buona riuscita del concatenamento entro le 24 ore.



Malgrado tutto abbiamo cercato di insistere nella nostra idea di arrivare a raggiungere anche il Gruppo di Brenta: fino al Passo del Monte Nero e oltre tutto bene ma poi siamo rientrati ancora nella nebbia che sembrava ci avesse aspettato.



Come per la salita, anche su questo versante, il sentiero (nella parte alta) non è segnalato per i continui mutamenti del terreno e il continuo ritiro del ghiacciaio... e quindi abbiamo dovuto risolvere la cosa con lo stesso sistema adottato per la salita per le stesse problematiche: nebbia, assenza di sentiero, nessun segnale, terreno difficile con pietraia che si muove ad ogni passo, camminare in due "a vista" nel difficile tentativo di trovare un omino che segnalasse il sentiero, ecc.



Più tardi, al Rif. Segantini, visto l'orario (le ore 03.00 esatte) abbiamo deciso di rinunciare definitivamente al completamento della nostra idea: quella di trasferirci di nuovo in MTB a M. di Campiglio per riuscire a salire in continuità anche la Cima Brenta e la Cima Tosa... 



Mentalmente e fisicamente eravamo pronti e convinti, sicuri che ci saremmo riusciti, anche se ora mai non più nell'arco delle 24 h. Sicuramente la Cima Brenta sarebbe rientrata nelle 24 h, ma comunque la nostra idea non sarebbe stata completa. Per questo abbiamo deciso che anche "solo" le due prime cime si sarebbero bastate. Eravamo stati comunque in cammino da oltre 17 ore e avevamo già lasciato alle spalle oltre 6000 m di dislivello di sola salita; e quindi oltrepassato di molto il dislivello complessivo che avevamo calcolato: 8750 m totali.



Riteniamo che quello che avevamo pensato si possa realizzare ma cambiando sicuramente l'ora di partenza (ripeto che le h 10.00 di mattina sono state decise con la www.24hvalrendena.it ) per poter affrontare la Presanella con la luce del giorno. Altro intoppo che non si dovrà avere e sicuramente la presenza di nebbia (quindi anche un po’ di fortuna).


Una cosa ci tengo a sottolineare:


Lassù, Carè Alto e Presanella, anche se cime "vicine" a noi, è ancora "vera montagna" e non c'è spazio per gli imprevisti.



Omar Oprandi



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