15.09.1990 - RECORD DI TUTTE LE BOCCHETTE DI BRENTA


Quando penso a un nuovo concatenamento cerco di immaginare che tipo di percorso fare, in che tempi, quale attrezzatura usare, con chi, ecc?

Tutti concetti che per me assumono un’importanza basilare. Nelle mie iniziative ho sempre rispettato chi mi ha preceduto, cercando anche nelle imprese che hanno fatto la storia dell’alpinismo.

Bisogna sapere che questo tipo di “imprese” sono iniziate già alla fine dell’ottocento; i nostri alpinisti, spesso impegnati in una specie di gara con Austriaci, Tedeschi e Inglesi, correvano e si inventavano imprese per firmare, ad esempio, le prime ascensioni sulle cime più belle e difficili. Si correva, in modo diverso, certo, ma la voglia di conquista aveva scatenato, già allora, una sorta di agonismo.


Con queste idee in testa ho iniziato fin da piccolo ad unire più di una cima o in questo caso TUTTE LE FERRATE – “BOCCHETTE” - DELLE DOLOMITI DI BRENTA dal Passo Grostè al Rif. XII Apostoli percorrendo in sequenza:

- Il sentiero Benini: dal Passo del Grostè alla Bocca di Tuchet    51’

- Le Bocchette Alte: dalla Bocca di Tuchet alla Bocca di Armì    51’

- Le Bocchette Centrali: dalla Bocca di Armì alla Bocca di Brenta Rif. Pedrotti    28’

- Il sentiero Brentari: dal Rif. Pedrotti al Rif. Agostini in Val Ambiez    54’

- La Ferrata Castiglioni: Rif. Agostini - Bocca dei Due Denti - Rif. XII Apostoli    37’


Tempi che a me stesso per primo ma anche agli “addetti ai lavori“ sembrava quasi impossibile.

Per questo i ero portato un foglio dove ho raccolto le firme dei turisti - testimoni e dei gestori dei Rifugi che ne testimoniavano il passaggio annotandone l’ora, il luogo e il loro nr di telefono.


Il tutto in 3h 41’, malgrado una forte ed improvvisa nevicata proprio sulle bocchette alte.




15-16.01.2007 ATTRAVERSATA DI TUTTE LE DOLOMITI DI BRENTA

CON LA PERCORRENZA IN PRIMA INVERNALE DI TUTTE LE BOCCHETTE


Le montagne si scalano non solo per la conquista ma anche per il piacere e la grande soddisfazione che esse procurano, molte volte mettendo in gioco la propria vita fino ad essere considerati dalle comunità come “I conquistatori dell' inutile”. Ma è forse proprio questo "inutile" che dà la determinazione e l’energia per raggiungere certi obiettivi.

Il nostro obbiettivo è stato un percorso di circa 60 km di sviluppo, con più di settemila metri di dislivello. Un’attraversata, per me logica, ma molto particolare: partire a Nord del Gruppo di Brenta per arrivare a Sud, concatenando, nel minor tempo possibile, tutti i Sottogruppi e le Ferrate della zona… le famose Bocchette di Brenta che abbiamo superato camminando, arrampicando e confidando nell’uso, per alcuni tratti, di materiale tecnico; il tutto non tralasciando di scalare la vetta principale delle Dolomiti di Brenta: la Cima Tosa 3171 m.

E’ stata la prima traversata integrale del Brenta d’inverno attraversando tutte le Bocchette, dalla Catena Settentrionale al sottogruppo della Cima di Pratofiorito in un ambiente che ha presentato molte difficoltà: la notte, il ghiaccio, il freddo e le cengie piene di neve con pericolo di slavine e molto altro.


Durante l’attraversata abbiamo oltrepassato

  • la Catena Settentrionale del Brenta attraverso il Sentiero Costanzi, passando per le creste del Sasso Rosso 2645 m, Cima del Vento 2761 m e giungere ai 2894 m della Cima Sassara, punto più alto di questa prima parte, preceduta dal conosciuto Bivacco Bonvecchio 2790 m. Considerata una delle zone del Brenta più selvagge e difficili;
  • La prima parte del Brenta Centrale con il Sentiero Benini che contorna la Cima Grostè, la  Cima Falkner e la Cima Sella con la discesa verticale alla Bocca di Tuckett 2648 m;
  • La seconda parte del Brenta Centrale con la Cima Brenta 3.150 m che è stata sfiorata percorrendo le Bocchette Alte, oltrepassano anche lo Spallone dei Massodi 2999 m per raggiungere il Rifugio Alimonta a quota 2.580 m. Questo era il nostro obbiettivo della prima giornata. Punto di bivacco all’interno del locale invernale dopo diciotto ore di cammino.;
  • La vera e propria parte centrale del Brenta, con la risalita della Vedretta degli Sfulmini, verso la Bocca d’Armi, che con i suoi 2.741 m dà inizio alla Via delle Bocchette Centrali, passando a fianco delle famose pareti degli “Sfulmini”, tra cui quelle del Campanile Alto e Basso, seguendo il fianco della Brenta Alta fino al suo termine;
  • La salita alla Cima Tosa affrontata attraverso il Sentiero Brentari e la Via normale. La vetta più alta del Brenta con i suoi 3173 m;
  • Ritorno sui propri passi fino alla Cengia Garbari e giù in alta Val Ambiez attraverso l’attrezzata Ferrata dell’Ideale fino nei pressi del Rifugio Agostini 2410 m;
  • Risalire alla base della Cima d’Agola per affrontare la Ferrata Castiglioni che porta alla Bocca dei Due Denti a circa 2850 m che permette di ridiscendere in direzione del Rif Garbari ai 12 Apostoli 2489 m. Da qui proseguito fino ai 1596 m di Malga Val Agola e di nuovo giù alla volta della Val Brenta e alla fine della sgaloppata.


Sette zone cosi importanti e significative, conosciute da tutti gli escursionisti, si può dire d’Europa, collegate in inverno attraverso una Linea Ideale come il nome del nostro Team.


   


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