Concatenamento a piedi e con gli sci da Trento al Torbole attraverso la catena del Monte Bondone, con la Cima dello Stivo




Premessa

 Il concatenamento in montagna, è senza dubbio il modo più bello e affascinante di vivere in stretta compagnia con la fatica e con se stessi. Isolarsi nello sforzo prolungato di una giornata passata in montagna aiuta a conoscersi meglio e a capire più facilmente anche il valore della vita.

 E’ stata un idea maturata da tempo, aiutata anche dall’innevamento abbondante di questa stagione invernale 2008/2009, e dal fatto che vivo ai piedi di queste montagne.

Sono le montagne “di casa” che salgo spesso, anche se ho solo poche ore. Abbinare la partenza dalla Città di Trento per concatenare tutta la catena del Monte Bondone con arrivo a Torbole e quindi al lago di Garda è stata una logica conseguenza.

Le sue creste sembrano fatte apposta per essere percorse in linea retta da Nord a Sud: infatti dividono, quasi in maniera rettilinea, la Valle del Sarca dalla Valle dell’Adige con un susseguirsi di vette più o meno importanti.

 Sono montagne frequentate anche d’estate ma che per me diventano “di casa” soprattutto quando si devono usare gli sci e le pelli di foca.

La loro attraversata integrale, non l‘avevo mai fatta, per cui era, fin ora, uno dei miei “sogni nel cassetto”. Questo era l’anno giusto, l’allenamento “a puntino” e le condizioni perfette hanno decretato l‘attreversata… da fare in un modo un po’ particolare: unendo appunto: Trento con Torbole e il Lago di Garda ! ! ! !


Anche questa volta ho voluto unirmi a un amico: un forte scialpinista che conosco da più di vent’anni: Marco Polla, amante della montagna a 360° e soprattutto della grande fatica. Con lui ho diviso i primi anni di gare con gli sci d’alpinismo dal 1989 al 2004 dove abbiamo ottenuto grandi risultati, e dove difficilmente “uscivamo” dal podio.

La mia idea l’ho voluta dividere con lui festeggiando il ventennale della nostra conoscenza “scialpinistica”.

 Con l'aiuto dei nostri amici Sponsor, abbiamo ideato un progetto particolare: attraversare in giornata, rigorosamente a piedi e con gli sci, partendo da Trento:

  • ∙    la montagna più conosciute dai Trentini: la “Cima del Bondone”;
  • ∙    la montagna simbolo delle Viote: la Cima del Cornetto;
  • ∙    e la montagna più frequentata dagli scialpinisti e escursionisti della bassa Valle del Sarca e delll’Adige e dell’alto Garda: la Cima dello Stivo, nonché il Monte Creino.


L’averle unite in giornata è stata solo una soddisfazione personale che volevamo togliermi… sinceramente, adesso, quando scendo verso Arco da Sarche, il fatto di rivedere il percorso fatto, mi da una piacevole soddisfazione.

Uno “spartiacque” di Cime e creste cosi importante, conosciuto da tutti gli escursionisti e gli scialpinisti della zona attraversato in giornata attraverso una Linea Ideale come il nome del nostro Team.

Come è andata


 Siamo partiti da Trento, più precisamente dalla Piazza del Duomo (194 m s.l.m.) alle ore 06.00 in punto per risalire fino al paese di Sardagna, passando per il ponte di San Lorenzo e Piedicastello, poi seguendo il setiero SAT nr 645. A Sardagna (570 m s.l.m.) siamo passati alle ore 06.40 per poi proseguire in direzione di Vaneze e il Monte Bondone.

 A dir la verità abbiamo anche allungato la strada traditi da un cartello che indicava “diretta per M. corno”. Infatti questo sentiero/mulatiera ci ha portati leggermente fuori strada in Loc. Osservatorio… da dove siamo “rientrati” sulle piste di Vaneze a (1350 m s.l.m.) circa. Da li, sulle piste da sci ci siamo spostati a Vason (1650 m s.l.m.) ore 08.05 per proseguire fino alla Cima del Palon (2080 m s.l.m.) ore 08.30.


 La prima lunga salita si era appena conclusa; ora dovevamo “solo” andare in direzione Sud verso le Viote e il Cornetto. Con una fantastica discesa su neve durissima, siamo arrivati alle piste di fondo delle Viote (1566 m s.l.m.) alle ore 08.45. Qui ancora una volta c’era Sabrina (mia moglie) che ci aspettava per le sue ultime riprese con la telecamera e l’ultimo incitamento per la buona riuscita della “gita”.

Secondo cambio assetto, dalla discesa alla salita per proseguire con la seconda salita della giornata che prevedeva il raggiungimento della Cima Cornetto (2180 m s.l.m.) ore 09.45.


 Vorrei fare una precisazione: gli orari che riporto (anche se precisi) sono solo a titolo indicativo. Noi non avevamo prestabilito alcuna tabella oraria, è stata una nostra scelta: effettuare una grande attraversata senza alcuna tabella di marcia, con lo spirito di farcela senza correre; poca attrezzatura, quella di sempre: materiale leggero e tecnico. Era lo spirito di coppia quello che contava... un fattore importante, quando si passano parecchie ore in montagna faticando.

 Un'altra sosta, come tutte le altre strettamente collegata al semplice fatto di dover fare l’ennesimo "cambio assetto", questa volta dalla salita alla discesa. Una sosta comunque breve, giusto il tempo di fare anche una piccola chiaccherata con la videocamera per spiegare dove eravamo e dove dovevamo andare.

 Eravamo a un terzo dell’opera, parlando di distanza chilometrica, infatti avevamo appena percorso circa 17 km e appena concluso i primi 2600 m di dislivello circa in salita, ma questi dati, quando “sei li” non contano, quello che contava era che da qui in poi si scendeva verso Sud sulla lunga cresta di collegamento tra il Cornetto e il “nuovo“ Palon.


 Alle ore 10.15, sempre seguendo le poche tracce del sentiero SAT nr. 617, avevamo raggiunto, con diversi saliscendi, la terza Cima dell’attraversata: la poco conosciuta Cima di Campo Fiorito (1812 m s.l.m.). Dopo il quinto e sesto cambio assetto abbiamo superato le seguenti Località: La Becca (1578 m s.l.m.), Carboni (1640 m s.l.m.) e l’estetica Rocchetta (1667 m s.l.m.).

Da quest’ultima abbiamo salito, sempre in cresta la Cima Palon (1916 m s.l.m.) ore 12.20 sopra M.ga Campo. Da questo punto in poi il terreno assumeva un’aspetto familiare, visto che sono proprio queste le cime di “casa mia”… sulle quali mi alleno spesso.

 Se questo diveniva un vantaggio, di contro, Marco, proprio in questo punto rompeva uno sci ! Non che la cosa mi spaventasse, ma la mia preoccupazione era quella di arrivare alla fine insieme. Per questo sono riuscito a convincere Marco a tener duro e portare a termine l’attraversata, dicendogli che l’avrei aiutato, con cambi di materiale, a sciare e camminare solo con uno sci.


 Quindi, molto più lentamente prima, di nuovo in discesa, per attraversare in successione: la Cima Alta (1847 m s.l.m.), la Cima Bassa (1705 m s.l.m.) per giungere infine al Passo La Bassa (1684 m s.l.m.) dove ci aspettava l‘ottavo cambio assetto. Questo Passo collega la Valle dei Laghi alla Valle Lagarina, più precisamente: Malga Campo con Passo Bordala.

 Da questo Passo siamo risaliti nuovamente in direzione della più conosciuta vetta del Monte Stivo (2059 m s.l.m.) ore 13.30 da dove, finalmente, si vede sullo sfondo, il Lago di Garda e quindi la zona della nostra meta.


 Anche su questa cima non ci siamo lasciato sfuggire una piccola pausa con relative foto e scambio di battute, questa volta fatte anche con un amico Guida Alpina di nome Paolo presente sul posto. Da qui dovevamo solo andare in direzione Sud, finalmente in discesa, con il passaggio alle Malghe dello Stivo in direzione Passo Santa Barbara. Fin ora un altro bel passo avanti: la zona più impervia dell’attraversata l'avevamo lasciata alle spalle con i suoi 28 km circa.

 Una cosa strana? Erano già più di sette ore e trenta che macinavamo km e dislivello; ma il fatto di passare da una montagna all’altra e quindi a nuovi panorami ci dava la sensazione di ripartire, ogni volta, quasi da zero.


 Ora ci aspettava la discesa più lunga che però, fortunatamente (visto lo sci rotto) si svolgeva su terreno più facile e in più tracciato. Infatti, malgrado i tre sci da usare in due (con quattro gambe), alle ore 14.10 siamo giunti al Passo Santa Barbara (1160 m s.l.m.).


Da qui manca ancora una cima, quella meno conosciuta, ma tra le più panoramiche, inoltre è l’ultima, a Sud, della catena del Bondone: il Monte Creino. Dal passo sono solo poco più di 100 m di dislivello anche se con un modesto sviluppo, sempre in direzione Sud.

Il terreno è semi pianeggiante e non mi è costato molta fatica farlo solo con uno sci al piede, mentre con l‘altro avanzavo zoppicando e sprofondando un poco.

 La cima del Monte Creino (1280 m s.l.m.) l’abbiamo raggiunta alle ore 14.32. Solo a questo punto ci si rende conto che anche questa cima non poteva mancare. Essa ci ha permesso, fino all’ultimo, di mantenere un’alta estetica della nostra attraversata, permettendoci di rimanere fino all’ultimo sullo spartiacque che divide la Valle del Sarca dalla Valle dell’Adige.


Però, da questo punto ci si rende conto di quanta discesa manca per arrivare a nago e poi Torbole. Una dislivello in “negativo”, che spaventa, soprattutto perché deve essere fatto alla fine dell’attraversata e per di più, in gran parte su un terreno poco frequentato e conosciuto.

Infatti, a parte la prima parte su neve (che abbiamo fatto sempre con tre sci) più in basso ci aspettava una bella avventura nel bosco fitto e assenza di sentieri. Qui infatti siamo sulle poco frequentate dorsali meridionali del Monte Bondone, passando per il Monte Brugnolo (1177 m s.l.m.), e la M.ga Fiavei (922 m s.l.m.) e l’ennesima dorsale, questa volta a Est del Monte Corno.


Solo a questo punto, per terreno più facile con fondo asfaltato si scende sino all’abitato di Nago ore 16.10 che abbiamo attraversato per scendere direttamente a Torbole (68 m s.l.m.) al bellissimo porticciolo - termine della nostra attraversata ore 16.21.

Non ci è rimasto altro che scambiarci un caloroso abbraccio per festeggiare il termine dell’attraversata e, seduti sulla panchina in riva al lago, una bella chiacchierata per scambiarci le sensazioni ancor fresche della giornata.


    Avevamo reso reale e concluso un'altro “sogno del cassetto“: un’attraversata che non ha nulla di incredibile... se non il fatto, ora, di essere concreta.


Omar Oprandi


L’itinerario

Trento - Sardagna - Vaneze - Vason - Palon del Bondone - Viote - Cima Cornetto – Campo Fiorito - La Becca - Carboni - Rocchetta - Cima Palon - Cima Alta - Cima Bassa - La Bassa - Monte Stivo - Passo S. Barbara - Monte Creino - Monte Brugnolo - M.ga Fiavei - Monte Corno - Nago - Torbole.


Dati tecnici

Concatenamento fatto il 14 Marzo 2009 in 10 ore 21 m, dalla Guida Alpina Omar Oprandi e da Marco Polla.


Tempo tot, compreso: pause, foto, riprese, incontri, contrattempi, piccoli incidenti, ecc.: 10h 21m 03s

Dislivello complessivo di sola salita: TOT 4070 m

Per un totale di: dieci salite e dieci discese

Con 12 cambio assetto: 6 cambi dalla salita alla discesa e nr 6 dalla discesa alla salita

Km percorsi: TOT 45,200

Con circa il 62% di percorso non tracciato


ORARI:

Piazza del Duomo alle ore 06.00.

Sardagna ore 06.40

Vason ore 08.05

Cima del Palon ore 08.30.

Viote ore 08.45

Cima Cornetto ore 09.45.

Cima di Campo Fiorito ore 10.15

Cima Palon ore 12.20

Monte Stivo ore 13.30

Passo Santa Barbara ore 14.10

Monte Creino ore 14.32.

Nago ore 16.10

Torbole ore 16.21


NUMERI:

Tempo Totale 10h 21' c.a.

Dislivello Totale salita: 4070 m

Dislivello Totale discesa: 4200 m

Km Totali a piedi: 15 km c.a.

Km Totali con gli sci: 30 km c.a.

Ore in movimento a piedi: 02h 50'

Ore in movimento con sci: 06h 31'

Cambi - ristori - Pause: 1h c.a.

Dislivello Totale salita a piedi: 800 m c.a.

Dislivello Totale salita con sci: 3270 m c.a.

Dislivello Totale discesa a piedi: 1000 m c.a.




MATERIALE USATO:

Materiale tecnico


CAMP

SKITRAB

ATKrace

FIZAN


SCARPA

SALICE

MONTURA

ENERVIT


ARVA BARRIVOX




Eventuali richieste: Guida Alpina Omar Oprandi - 339.8332422 – guida.omar@alice.it

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OMAR OPRANDI

 Guida Alpina e Maestro d'Alpinismo 

 guida.omar@alice.it

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